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Verso la casa del Padre

via crucis

Nei primi mesi del 1984 i medici hanno riscontrato un tumore e quindi sono intervenuti. All'uscita dalla clinica Lazzati ha ricevuto un telegramma del Card. Casaroli con espressioni di partecipazione da parte del Santo Padre.
Nuovamente ricoverato nel maggio 1986 è stato raggiunto la mattina del giovedì santo da una telefonata del Santo Padre. La mattina del giorno di Pentecoste il 18 maggio alle ore 3.22 è venuto a mancare dopo momenti edificanti narrati da P. Bonato che in quei giorni si trovava in clinica per un triduo per le Suore. Punto centrale sta in queste parole di Bonato: «Al termine della confessione mi prese la mano e me la strinse fortemente dicendomi: "Padre, permetta che le baci la mano, intendo baciare la Chiesa"». Viene sepolto nell'eremo di San Salvatore, sopra Erba, in provincia di Como.
Ecco il testamento spirituale che Giuseppe Lazzati ci ha lasciato:

«Amate Gesù Cristo, il Sovrano cui abbiamo consacrato la vita, che per primo ci ha amati e si è dato a noi; amatelo appassionatamente, a fatti non a parole, fatti suoi seguaci in vera povertà, in amabile castità, in feconda obbedienza; dandovi per lui, che è dire per la diffusione del suo Regno, senza misura che non sia quella suggerita dalla soprannaturale virtù della prudenza, e nei modi che il vostro amore per lui vi suggerirà, fino alle estreme conseguenze, per usare le parole di papa Paolo VI.
Amate la Chiesa, mistero di salvezza del mondo, nella quale prende senso e valore la nostra vocazione che di quel mistero è una singolare manifestazione. Amatela come la vostra Madre, con un amore che è fatto di rispetto e di dedizione, di tenerezza e di operosità. Non vi accada mai di sentirla estranea o di sentirvi estranei a lei; per lei sia dolce lavorare e, se necessario, soffrire. Che se in essa dovreste a motivo di essa soffrire, ricordatevi che vi è Madre: sappiate per essa piangere e tacere.
Amate l'Istituto come quello nel quale la vostra vita prende tutto il suo rilievo e custoditene il carisma con il quale lo Spirito lo ha suscitato nella Chiesa e che ne costituisce tutta la sua ragion d'essere. Tale carisma è la forma secolare della vostra consacrazione: la secolarità! Che l'amore di novità non ve lo faccia perdere; che l'amore per esso vi renda capaci di aggiornare le forme senza intaccarne la sostanza quando esigenze di particolari situazioni lo rendessero necessario.
Amatevi tra voi con sincerità di cuore e aiutatevi, portando gli uni i pesi degli altri, a realizzare la vostra vocazione così che la vostra luce splenda, sotto la custodia dell'umiltà, a testimoniare nel mondo la presenza e la forza dell'Amore, fatti a tutti servi, tanto più grandi fossero le responsabilità cui potete essere chiamati.
Perché tutto questo sia, abbiate cura di coloro che il Signore chiama e vi dona e non badate a sacrifici per farne veri servi di Cristo Re, forti, fedeli, ardimentosi.
Questi miei ultimi desideri affido alla Madonna, Regina dell'Istituto, perché il suo aiuto, che non mancherò di supplicare con voi, ve ne faciliti l'attuazione e in grazia della sua protezione ci sia dato, dopo il combattimento sostenuto e il servizio reso a Cristo, alla Chiesa, al mondo, di ritrovarci tutti insieme con lei, «in fine senza fine» nel Regno del Figlio suo e Re nostro.
christe Rex, adveniat Regnum tuum, per Mariam!»